
Oggi vorrei iniziare questo post da una parola molto usata in questo periodo in svariati contesti: RESILIENZA , ovvero la capacità di resistere, superare e prosperare dopo una profonda avversità.
Il termine deriva dal verbo latino resilere, composto da re + salire, ovvero tornare indietro e quindi rinunciare, desistere cioè con un significato originario contrario a quello che ha ora.
Questa accezione è divenuta diffusa a partire dal modo in cui è stata utilizzata nell’ambito economico e manageriale. Questo ci pone di fronte a una possibile riflessione:
Oggi giorno quanto ci influenza il lato economico della vita, diventando spesso la luce che illumina i propri obiettivi?

La società contemporanea spesso ci propone stereotipi in cui risulta facile ritrovarsi, per cui se uno degli scopi è monetizzare e guadagnare di più è come se la nostra mente e il nostro fisico si muovessero in quella direzione senza chiedersi se siamo felici oppure no, agiamo e basta.
Il denaro in questo caso diventa una motivazione estrinseca, cioè una motivazione esterna a noi. Al contrario, la motivazione intrinseca porta ad intraprendere un’attività per il proprio benessere/piacere piuttosto che per un qualsiasi riconoscimento concreto e tangibile.
La motivazione intrinseca ti consente di perseverare, resistere e rialzarti nonostante i momenti di sconforto o disagio.
A differenza di tutte le leve di motivazione estrinseca, cioè derivanti dall’esterno, la motivazione intrinseca ti dà l’energia necessaria per fronteggiare le questioni più complesse, rimanendo fedele al proprio modo di vedere le cose e ai propri valori.
In tal modo si sarà più propensi a chiedersi cosa riteniamo giusto per noi piuttosto che arrovellarsi circa il giudizio che gli altri daranno di noi. e ai tuoi valori e senza farti influenzare dagli altri. In aggiunta, la motivazione estrinseca tende a rendere una persona subordinata agli altri: si tenderà a dare molta importanza ai loro pareri, giudizi, decisioni, rendendo così le proprie scelte dipendenti dalle scelte altrui, senza ascoltare le risorse che ognuno ha dentro di sé. Non è sbagliato cercare di ottenere una ricompensa esterna ma occorre considerare che la motivazione durevole deve essere alimentata da una spinta interna.
Ma come poter identificare le nostre motivazioni intrinseche?

Un aspetto che può guidarci verso questa scoperta sono le emozioni che proviamo in una specifica situazione. Quando siamo sereni nell’affrontare un’esperienza di vita e ci sentiamo sicuri in merito a come intendiamo comportarci, non abbiamo punti d’ombra e non abbiamo la sensazione di essere incastrati, vuol dire che stiamo seguendo una motivazione intrinseca. Esistono anche metodi scientifici per scoprire il funzionamento del proprio mondo emotivo, come ad esempio i test dell’intelligenza emotiva, che per essere attendibili vanno svolti presso un professionista che li somministri e li analizzi.
Nel mondo lavorativo, risultano necessarie motivazioni interiori che tocchino il mondo dei propri valori come ad esempio impegno, coinvolgimento, senso di responsabilità.
Non esiste infatti una leadership efficace fatta solo di to-do list. È essenziale per una buona riuscita far emergere la motivazione intrinseca delle persone. Il leader deve fare in modo che si evidenzi una motivazione profonda sul perché si fa quella cosa, sullo scopo più profondo della mera esecuzione del compito.
Nel mondo aziendale spesso vengono proposti bonus o variabile al raggiungimento di un determinato fatturato; così facendo il lavoratore viene sollecitato a svolgere il proprio lavoro per raggiungere il premio, ovvero la motivazione estrinseca, senza guardare come e perché viene raggiunta. Tale metodo risulta semplice, immediato e funzionale per un’azienda perché rapido e che stimola tutti.
Tuttavia, ricerche scientifiche dimostrano che ciò è realizzabile su periodi brevi, nel lungo termine la quantità di risultati per essere mantenuta necessità di essere accompagnata dalla qualità. A sua volta, una buona qualità deve essere correlata a motivazioni non solo estrinseche ma anche intrinseche. In tutto ciò è importante a livello aziendale essere accompagnati da percorsi formativi con professionisti specializzati che possano aiutare ad individuare le chiavi corrette affinché il team della propria azienda funzioni in modo soddisfacente.
Dott.ssa Silvia Pagani, psicologa e psicoterapeuta